Esami
impossibili e scelte obbligate
Se potessi sintetizzare questo post con un'immagine, sceglierei la
foto di Milhouse sconsolato
e irritato, che abbandona l'aula dopo aver tentato inutilmente di
passare lo scorso esame di teoria dei segnali. L'immagine della
sconfitta, dell'orgoglio ferito, di un qualcosa che credevo non
potesse mai capitare. E invece è successo. In verità, la stessa
sorte è capitata a quasi tutti i ragazzi presenti a
quell'appello, avranno consegnato in venti (su duecento), e di
questi nemmeno dieci risulteranno promossi, ma la notizia della caduta
di tono di Milhouse, Vegeta & C. mi lascia sbalordito.
E la battuta d'arresto, manco a dirlo, mi si è ritorta contro. Dopo
la sfilza di ventisette e qualche trenta che nutrivano il mio
curriculum accademico, un venti mi doveva capitare. Ed è a teoria dei
fenomeni aleatori, con uno scritto in apparenza semplice e che avevo
con troppa facilità sottovalutato, unico esame (oltre l'impossibile
termodinamica) in cui si ha la possibilità di evitare l'orale, che
la mia nota defaillance negli scritti mi fa perdere una invidiabile
media.
A tal punto che il professor Marco Lops
(foto a fianco) mi domanda se procedere alla
registrazione o meno. "Proceda pure", gli ribatto, alla fine è
pur sempre un'esame fatto. Avrei potuto fare anche l'orale, con
tutto il tempo per prepararmi, ma qualcosa mi ha detto che dovevo
abbandonare quella materia. Scriva, prof, scriva. Adesso c'è, sì,
una mela mezza marcia in un cesto di frutti splendidi, ma prima o poi
doveva capitare. Scriva , prof. scriva. Inutile pentirsi, e poi di che
pentirsi, il nuovo ordinamento non permette ripensamenti. Già si deve
pensare al prossimo esame, la media non conta. Conta quanto tempo ci
si mette a prendere questo benedetto pezzo di carta, conta quanti
crediti hai. E adesso conta che ne ho sei in più. Scriva, prof.,
scriva. E poi per un esame così così ne verranno altri migliori: non
ho forse sempre urlato, in un italiano scorretto e cafone ma efficace
"a me m' bast' nu' diciott'!!!!!"? Siamo ottimisti.
"bravo Riccardo! Bravo Riccardo! Te lo sei tolto di mezzo, questo
peso, hai fatto un altro esame! Bravo!" mi tira su mia madre,
restia, di solito, ai complimenti.
27.11.02
Non aveva
gran valore, quel giubbotto, e continua a non averlo tuttora.
L'avevo pagato 120.000 lire, a suo tempo, quattro o cinque anni fa.
Ma ritornare a casa senza era il massimo: chi li avrebbe digeriti gli
urli di mia madre, cosa le avrei spiegato "Mà,ho perso il
giubbotto", mica è uno spillo, che cade e non si ritrova, avrei
passato nottatacce, ed è un periodo brutto per essere irritati, già
ci pensano gli esami, a preoccuparti e a non farti dormire.
Così decisi di ritornare indietro, a Cassino, ancora una volta e poi
ancora per il successivo ritorno prendere l'autobus blu, farsi altre
tre ore ballonzolato di qua è là dai curvoni dei vari paesini:
Spigno, Ausonia, Pignataro. Decisi di tornare nonostante la
stanchezza, la fame, il mal d'auto. Decisi di rifare un viaggio che
avevo appena terminato anche se non ero certo di ritrovare
l'indumento smarrito. Una decina di telefonate, tra cui anche quella
a mia madre per avvertirla che sarei tornato tardi, scervellamenti
vari per tentare di capire dove potevo averlo lasciato: "è un
giubbotto nero Invicta, col marchio su entrambe le braccia" spiegai
ad Elio, collega di facoltà, raccomandandogli di vedere dappertutto,
in aula informatica, nell'aula adiacente, in portineria. Niente di
niente. E intanto quel maledetto autobus ancora non partiva, ero
ancora fermo al capolinea di Formia. Infine mi venne
l'illuminazione: "Elio, vai a vedere in laboratorio, per
favore". Era il posto dove avevo passato più ore, nella mattinata
appena trascorsa, doveva per forza essere lì. Troppo tardi. "Sono
fuori dall'università, ho l'autobus tra due minuti, mi
dispiace", mi risponde.
Se mi fosse venuto in mente prima, mi sarei risparmiato un altro
viaggio a Cassino.
Ma si, non fa niente, partiamo. Tre o quattro persone, un autista
mezzo addormentato che alla mia domanda "va a Cassino?" non mi
risponde nemmeno, fuori sempre più buio. Sono le quattro e quaranta
del pomeriggio. Alle cinque e quaranta sono a Cassino; non faceva
molto freddo, ma comunque ero un po' intirizzito, solo una felpa, il
giubbotto non ce l'avevo.dov'era? Me l'avevano rubato? Mi
dirigo subito in portineria, l'inserviente alla mia domanda alza le
spalle: la mia ultima speranza era il laboratorio. Sì, era proprio lì,
nessuno l'aveva toccato e forse nemmeno visto, appoggiato com'era
alla bell'e meglio su un cartone sotto al tavolo di lavoro. Una
spolverata, e ce l'avevo indosso. Quasi un premio per la sfacchinata
che avevo dovuto sorbire. Guardo l'orologio, sono le sei meno dieci:
il prossimo autobus, per fortuna diretto, c'era solo alle sette meno
un quarto. Un'ora di cazzeggio, un tè, una fiesta, uno sguardo alla
mostra sulle malattie veneree che avevano messo nel nuovo edificio, e
via al capolinea. L'odissea era finita. Il mio giubbotto era di
nuovo al suo posto, appeso all'attaccapanni all'ingresso. Stanco
ma felice. Che belle le storie a lieto fine, ragazzi..
25.11.02
weblog
aziendali
Non solo per uso personale, i weblogs del prossimo futuro avranno una
grande utilità per le aziende. È quanto si prospetta nell'articolo
pubblicato dal Corriere della Sera di oggi dal titolo "Con i weblog
l'azienda ha una marcia in più". Facili da aggiornare, si
prestano a ottimi contenitori per "notizie, aggiornamenti,
curiosità e naturalmente, tengono monitorati i commenti che arrivano
dai clienti. A lanciare il blog in questa nuova dimensione è la
Harley Davidson, naturalmente in America, patria dei famosi "diari
on - line".
C'è chi dice che i Weblog fanno perdere tempo, rappresentano un
diversivo potenzialmente interessante se non hai un gran che da fare,
ma non una efficiente e sicura fonte di informazioni. Ma c'è
chi, come Paolo
Valdemarin, amministratore delegato della società di consulenza
Evectors, pensa che i weblog possono diventare strumenti
utilissimi, soprattutto per sincronizzare il lavoro di un team
virtuale. Basti quest'esempio: all'interno di una squadra di
lavoro un collega invia un documento in formato Word ad altri cinque
colleghi . Ognuno comincia a lavorarci su, così che nel giro di breve
tempo esistono cinque diverse versioni di quel primo documento. Se
invece quel paper fosse inserito in un weblog, i cinque colleghi
avrebbero potuto apportare i loro commenti sfruttando l'ordine
cronologico di comparsa degli appunti.[.] si riesce a creare un
proprio archivio personale e condiviso di informazioni utili ma
soprattutto si risolve uno dei problemi più sentiti dai
professionisti: si evita di ricevere tonnellate di mail che magari
contengono informazioni utili ma che poi non si sa come archiviare e
quindi vanno perse nel mare delle altre..
E c'è un'azienda italiana , la Pharmacia Italia che, per adesso a
livello di Intranet, sfrutta l'utilità dei Weblog.
E chissà se in un futuro più o meno vicino, avrò l'onore e il
piacere di linkare (e magari, essere linkato, ma qui non ci
scommetterei un soldo bucato) qualche blog aziendale.
24.11.02
Ritorno
dopo vari giorni a scrivere qualcosa su questo blog, un po'
demoralizzato per il fatto che gli accessi sul sito
sono diminuiti di una percentuale impressionante, dai 200 accessi
fissi ogni giorno di settembre sono adesso a quota 10, se tutto va
bene.
Impegnato per gli esami (appelli fantasma ancora tuttoggi per teoria
dei fenomeni aleatori, da domani si apre la lunga finestra degli esami
e si chiuderà verso la quindicina di gennaio) sto trascurando il mio
impegno di aggiornare il sito; intanto annuncio che mi è arrivato il secondo
assegno di 30 euro, sempre dalla stessa società che mi ha dato il
primo, se avete un sito potete iscrivervi cliccando
qui. Nei prossimi giorni inserirò anche una sezione dedicata ai
giochi, è un po' complicato perché si tratta di file in linguaggio
Java, ma sono abbastanza carini.
Mi sono anche iscritto su E
- Bay, e sto acquistando qualcosina (mi sono aggiudicato una
banconota fior di conio di Galileo a 4 euro, quando ne vale almeno 10,
che fortuna. e poi il venditore è di Cassino, quindi ancora meglio,
non pago nemmeno le spese di spedizione, vado io direttamente lì!!) e
sto dalla mattina alla sera su una sedia, o davanti al computer, o con
un libro davanti a studiare. Risultato: mi sto ingrassando come un
porco, non mi riconosco più! Altro che la foto che ho messo sul sito,
senza un filo di grasso. che bei tempi.
Altro da dire? Niente di niente, questo è tutto. See you later
tomorrow!
20.11.02
Auguri
allo Zio Fester, Daniele
A., 20 anni.
Ringrazio
di cuore Vegeta per la
quantità a dir poco industriale delle monete che mi ha regalato...
per catalogarle e inserirle nella collezione mi ci vorrà qualche giorno!!!
19.11.02
Poveri
ingegneri: maltrattati, ritratti come petulanti, noiosi,
asociali,altezzosi, maniaci della perfezione, quasi robot; dopo le
barzellette che ne fanno la categoria più bistrattata dopo quella dei
carabinieri, adesso gli sfottò finiscono anche via e - mail, in una
sorta di catena di Sant'Antonio di cui è complice anche Ludik. Il
testo integrale lo potete trovare, con il "test degli ingegneri"
tra le migliori dal Web del mio sito, qui invece riporto la prima
parte, in cui ritrovo fondi di verità:
Siccome sono un ingegnere rompo i coglioni
Siccome sono un ingegnere ho la flessibilità mentale di una parete
di granito
Siccome sono un ingegnere io ho ragione e tu hai torto
Siccome sono un ingegnere le cose si possono fare in una maniera
sola. La mia. È la sola giusta perchè io sono ingegnere. E se tu sei
un altro ingegnere e la faresti in un altro modo vuol dire che ... già
cosa vuol dire?? ma non importa perchè ... siccome sono un ingegnere
non ho mai dubbi, non mi faccio mai domande, nemmeno quelle tecniche,
perchè io, siccome sono un ingegnere, non ho più bisogno di studiare
nulla
Siccome sono un ingegnere tutto quello che non è ingegneria è una
cazzata (e permettetemi un intervento: è VERO!!!!)
Siccome sono un ingegnere tu devi fare le cose che ti dico io,
quando lo dico io e soprattutto come lo dico io. Come, tu sei il capo
... oh cazzo!! Ma non importa, perchè tu non sei un ingegnere. Cosa
vuol dire "licenziato"? Io sono laureato, anzi iscritto
all'albo. La licenza media la ho presa tanti anni fa, anni di faticoso
studio prima di diventare, finalmente, ingegnere, cosa che Lei non è.
Cosa vuol dire "fuori dai coglioni????" Fuori di quanto? E
in quanto tempo? E quanti sono i coglioni? Di che dimensione? Di che
colore?...
Siccome sono un ingegnere la precisione è tutto (secondo
intervento: devo fare un esame in cui si discute oralmente e con
misure di laboratorio l'incertezza di misura, cioè la
"precisione" della misura stessa. Per forza di cose.)
Siccome sono un ingegnere , anche l'amore è solo un fatto tecnico.
Anzi, spostati di 7.12 cm più a destra... Cosa dici, cara, mi lasci??
Ma è impossibile! Lasciare un ingegnere???
Siccome sono un ingegnere non ho più letto un libro in vita mia.
Una volta che uno è ingegnere, cosa deve sapere di più??
Siccome sono un ingegnere il tubo della lavatrice lo riparo io
Siccome sono un ingegnere oggi sono troppo occupato per riparare il
tubo della lavatrice
Siccome sono un ingegnere se la lavatrice dopo che la ho riparata
io non funziona ancora, vuol dire che l'hanno progettata male.
Sicuramente non era un ingegnere. Glu, glu, glu, glu...
Siccome sono un ingegnere, chiunque non lo sia è un idiota
Siccome sono un ingegnere, l'unica cosa che importa è "quanto
costa?"
Siccome sono un ingegnere non mi chiedo mai perchè... anche perchè
se me lo fossi chiesto, non sarei un ingegnere
Siccome sono un ingegnere non sono UN PIRLA
17.11.02
Le avevamo
in mano fino a poco tempo fa, nemmeno un anno fa le spendevamo
tranquillamente senza accorgercene del loro valore numismatico. Adesso
se le rivogliamo dobbiamo spendere un capitale in euro. Sono le
vecchie lire, le banconote della valuta ormai entrata in pensione con
l'arrivo dell'euro. Chi ne possiede ancora qualcuna, magari fior
di stampa, cioè UNCircolated, mai entrate in circolazione, senza
pieghe o macchie o altri difetti, sa che adesso valgono molto più di
quanto c'è scritto sulla loro faccia.
Un esempio per tutti la banconota da cinquecentomila lire, quella con
Raffaello per intenderci: i più l'hanno vista e maneggiata di
sfuggita, una banconota che ha vissuto e circolato pochissimo. Se
adesso ne avete una e volete cambiarla in banca, vi daranno poco più
di 258 euro, e nemmeno, tenuto conto che il cambio non è più gratis.
Se invece la volete comprare da un negozio di numismatica fior di
conio dovete sborsare minimo minimo 500 euro, quasi il doppio del loro
valore.
E non si scherza nemmeno con altre banconote, che valgono minimo il
doppio del loro valore nominale (una cinquemila vale 5 euro, una
diecimila 10 euro, e così via), fino ad arrivare a casi di rarità
eccezionali come la cinquantamila lire vecchio tipo (senza le strisce
olografiche) con la seconda lettera "E" vale ora intorno alle 450
euro, fior di stampa. E il loro valore crescerà esponenzialmente col
tempo.
Nella mia piccola
collezione
non ho pezzi importanti, nessun pezzo va oltre i 15 euro di valore, ma
ho deciso di allargarla, comprando in qualche mercatino o su internet,
come ho fatto l'anno scorso. E mi viene quasi un rimorso nel pensare
che non ho approfittato della venuta dell'euro per mettere da parte
almeno una banconota (fior di stampa) della nuova moneta: un pezzo da
5 euro vale 8 euro, uno da 10 vale 15.50, uno da 500 euro ne vale
700!!!!
14.11.02
Eetciùùù!!
Mi sono beccato un maledetto raffreddore, accidenti.tra ieri e oggi
avrò consumato una ventina di pacchetti di fazzoletti.etciùùù!!!
Come gli
avevo promesso, linko il sito
di Ubaldo, collega dell'università che ha conosciuto il mio
sito tramite i fogli che appendo spesso in bacheca. E non mi dite che
la pubblicità non funziona.
12.11.02
Dopo che
hanno rubato, si mettono le porte di ferro. Dopo il disastro di San
Giuliano, nelle scuole di tutt'Italia si corre ai ripari, con
controlli di esperti, dichiarazioni di agibilità, chiusure di classi
o intere scuole "non sicure".
La situazione è seria, certamente, le strutture di molti istituti
italiani sono fatiscenti: solo che ci si poteva pensare prima, anziché
far degenerare il tutto in una fobia incontrollata e, in molti casi,
esagerata.
E come ci si poteva aspettare dalla tragedia è nato un ottimo spunto
per non andare a scuola, come se non fossero bastate le miriadi di
scioperi che hanno costellato questa prima parte d'anno scolastico.
Ad approfittare sono loro, gli studenti: li ho ritrovati tutti in
mezzo alla strada, i ragazzi della ragioneria che è di fronte la
facoltà. Una scena che ho vissuto non so quante volte: i soliti tre o
quattro che organizzavano scioperi e manifestazioni (alcune legittime,
altre meno) e gli altri, la massa, indecisi sull'entrare o no,
impazienti di attendere la notizia che un altro giorno di scuola è
saltato.
Pamela delle 99 posse girl, rappresentante in un istituto
professionale di Cassino, mi spiega l'accaduto: "non entriamo
semplicemente perché non ci fidiamo dei controlli che ci sono stati,
o meglio, che il Preside assicura ci siano stati, mentre che altri
negano".
Uno sciopero ad oltranza, anche fino a Natale, una manna per gli
svogliati dello studio.
Una fobia collettiva, una situazione che ricorda un po' quella della
mucca pazza, se mi permettete il paragone: scoppia l'epidemia, tutti
vegetariani. Qualche controllo, il tempo che passa, si ritorna a
mangiare carne. Che sceneggiata.
10.11.02
Passeggiata
a Via Vitruvio, a Formia, si prende qualcosa al chioschetto di Piazza
Vittoria, solite facce, le solite cesse troione con la minigonna anche
se fuori ci sono quattro gradi, il gruppo degli ultras Forma mezzi
ubriachi già alle undici di sera, con Sertale e gli altri soggettoni
a cantare gli inni che animeranno la tifoseria degli "irriducibili
vecchio stampo" che domani andranno in trasferta per seguire la loro
squadra del cuore, insomma, il solito cazzeggio del sabato sera, ieri
freddo come non mai. Accompagnato da Dauìd e da Italozz', andiamo a
Gaetavecchia: Rendez Vous chiuso, Vic's bar chiuso, Cristian bar
chiuso, non un'anima per la via. Che schifo!!!
8.11.02
Finalmente
il nuovo G A L L O I M M E N S O
Alla fine ce l'ho fatta. Eccolo qui!!!
7.11.02
Ritorna
Piazza Santa Teresa, una gioia per i pendolari
La notizia è di quelle che rallegrano, anche se non interesserà
molti, se non i pendolari, i forzati dell'autobus.
La società Cotral, che gestisce il trasporto locale in molti paesi
del sud pontino, ha comunicato che a partire dal 9 novembre verranno
ripristinate le fermate in via XXIV maggio, piazza Marconi, via Appia
zona Belvedere da ambo le parti, a Formia.
La soppressione di quelle fermate era stata decisa nemmeno un annetto
fa: era stata una doccia fredda per tutte quelle persone che, come me
e più di me, sugli autobus della Cotral avevano trascorso centinaia
di ore della loro vita, pioggia o sole, per lavoro, per svago, per
andare a far compere, con le palpebre ancora socchiuse per il sonno la
mattina prima di andare a scuola, stipati come sardine nell'ora di
punta all'uscita degli studenti da scuola, qualche volta senza
biglietto per risparmiare, e un po' tremanti al pensiero che poteva
passare il controllore, ma lo si prendeva lo stesso.
Ma quella notizia non andava proprio giù: si parla quasi ogni giorno
di ecologia, di incentivare il trasporto pubblico, di lasciare la
macchina a casa e prendere l'autobus e loro che fanno? Vanno a
togliere delle fermate "vitali", quali quella di piazza Marconi,
da tutti conosciuta come piazza Santa Teresa. Addio alle corse lungo
Via Vitruvio per prendere l'autobus al volo, salire ansimanti sul
mezzo e ringraziare, con voce quasi strozzata, l'autista che ci
aveva aspettati. Addio al panino comprato in fretta al negozio a due
metri dalla fermata, addio ad una fermata tra le più celebri di tutta
Formia: con la fermata di Piazza Santa Teresa se ne andava un
piccolissimo pezzo della vita di tutti noi gaetani e soprattutto
formiani.
La decisione appare tutt'oggi senza senso: a che pro eliminare
quella e le altre fermate? Per risparmiare tempo? Perché gli autisti
con tutta quella gente non riuscivano a fare manovra bene? Assurdo, in
confronto al disagio apportato, con i formiani costretti a prendere
l'autobus solo alla stazione o in piazza Mattei, le uniche due
fermate in pieno centro, troppo poche per una linea urbana.
Adesso finalmente ci si può anche non pensare più, tutto ritorna
alla normalità. Ci hanno ridato Santa Teresa, ma a gioire, guarda un
pò, sono anche gli atei.
Sto
lavorando al sito, domani il trasferimento. Non vi dico ancora il
nuovo indirizzo, anche perchè on - line non c'è nulla. Pazientate
ancora un pò....
4.11.02
Ci
ha scosso.
Anzi, direi che il mondo ci è crollato in testa. Urla e polvere e poi
tutto si è attutito e si è spento per un attimo. Ora però siamo qui
a fluttuare, qui sopra di voi che ci piangete.
No, quelle sotto le macerie sono solo le nostre carcasse, noi siamo
qui leggeri leggeri... Dai, voltatevi in su: "Dolcetto o
scherzetto?" [Verbamanent]
Non mi interessa vedere i funerali, non mi interessa sentire
il dolore della gente, perché se sono un essere umano, cazzo, il
dolore lo provo sapendo la notizia, non vedendola.
26 bambini muoiono nel crollo di una scuola. That's all. Mi basta.
Se ho una cazzo di coscienza, uno straccio di cuore, sto male già per
quello. Tutto il resto sono seghe e le uniche seghe che sono sicuro
che siano lecite sono quelle che ci si fa fisicamente.
Tutte le altre no, non mi interessano, non mi interessa la gara a chi
si dimostra più addolorato, a chi fa vedere due secondi in più di
funerali, una lacrima in più di dolore, una nuvola di polvere più
grande, un'intervista più esclusiva che esclusiva non si può. Non
me ne fotte un cazzo di questo baillame.
Lasciateli in pace.
Anche questo è un modo per aiutarli. Anche questo.
Il silenzio vale più di tutti i monumenti. [Heartland blog]
Ho
trascurato un po' in questi ultimi giorni il blog, e mi dispiace.
Spero di essere scusato, ho avuto da fare per mandare il più presto
on-line la nuova versione del sito, senza più banner e pop - up che
si aprono a ripetizione facendovi girare i nervi.
Ed è proprio questo il tema del nuovo sondaggio di novembre, qui a
fianco: "quanto ti danno fastidio i pop - up, le finestrelle che ti
compaiono sullo schermo durante la navigazione?". L'ultimo
sondaggio, sulla guerra in Iraq, ha trovato d'accordo sulla strada
delle armi il 57% dei votanti. Stanno davvero scomparendo i pacifisti?
Allenamento
m. bike del 3 novembre 2002:
percorso: Gaeta (Serapo, Gaetavecchia) Formai centro -
S.Janni e Gianola - Scauri e ritorno
difficoltà: medio - bassa;
distanza totale: 52.2 km;
velocità media: 19 km/h;
velocità massima : 50 km/h;
tempo totale: 2 h 45' ;
note: allenamento facile con Domenico Bisiani. Pioggia
incessante nella strada di ritorno, da Scauri a Gaeta, arriviamo
bagnati fradici.
Allenamento
m. bike del 1 novembre 2002:
percorso: Gaeta - Formia (Vindicio) - Itri - salita della
Madonna della Civita - Campodimele - Taverna (frazione di
Campodimele) - confine con la provincia di Frosinone e ritorno
difficoltà: alta;
distanza totale: 82.2 km;
velocità media: 19 km/h;
velocità massima : 50 km/h;
tempo totale: 4 h 20' ;
note: maratona in bicicletta con Davide Iannella su un percorso
difficile, sempre saliscendi, pochissimi tratti di pianura. Dura la
salita di Campodimele, dove abbiamo incontrato Alfredo Zannella.
Calvario sulla strada di ritorno per Davide, vittima di un
indolenzimento al quadricipite sinistro.