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 ARCHIVIO blog
tutti i post mese per mese del blog www.immenso.org
Attenzione: alcuni link possono non funzionare, dato che questi argomenti sono stati scritti molto tempo fa.
NOVEMBRE '02
30.11.02

 
Esami impossibili e scelte obbligate
Se potessi sintetizzare questo post con un'immagine, sceglierei la foto di Milhouse sconsolato e irritato, che abbandona l'aula dopo aver tentato inutilmente di passare lo scorso esame di teoria dei segnali. L'immagine della sconfitta, dell'orgoglio ferito, di un qualcosa che credevo non potesse mai capitare. E invece è successo. In verità, la stessa sorte è capitata a quasi tutti i ragazzi presenti a quell'appello, avranno consegnato in venti (su duecento), e di questi nemmeno dieci risulteranno promossi, ma la notizia della caduta di tono di Milhouse, Vegeta & C. mi lascia sbalordito.
E la battuta d'arresto, manco a dirlo, mi si è ritorta contro. Dopo la sfilza di ventisette e qualche trenta che nutrivano il mio curriculum accademico, un venti mi doveva capitare. Ed è a teoria dei fenomeni aleatori, con uno scritto in apparenza semplice e che avevo con troppa facilità sottovalutato, unico esame (oltre l'impossibile termodinamica) in cui si ha la possibilità di evitare l'orale, che la mia nota defaillance negli scritti mi fa perdere una invidiabile media.
A tal punto che il professor Marco Lops (foto a fianco) mi domanda se procedere alla registrazione o meno. "Proceda pure", gli ribatto, alla fine è pur sempre un'esame fatto. Avrei potuto fare anche l'orale, con tutto il tempo per prepararmi, ma qualcosa mi ha detto che dovevo abbandonare quella materia. Scriva, prof, scriva. Adesso c'è, sì, una mela mezza marcia in un cesto di frutti splendidi, ma prima o poi doveva capitare. Scriva , prof. scriva. Inutile pentirsi, e poi di che pentirsi, il nuovo ordinamento non permette ripensamenti. Già si deve pensare al prossimo esame, la media non conta. Conta quanto tempo ci si mette a prendere questo benedetto pezzo di carta, conta quanti crediti hai. E adesso conta che ne ho sei in più. Scriva, prof., scriva. E poi per un esame così così ne verranno altri migliori: non ho forse sempre urlato, in un italiano scorretto e cafone ma efficace "a me m' bast' nu' diciott'!!!!!"? Siamo ottimisti. "bravo Riccardo! Bravo Riccardo! Te lo sei tolto di mezzo, questo peso, hai fatto un altro esame! Bravo!" mi tira su mia madre, restia, di solito, ai complimenti.


27.11.02 
Non aveva gran valore, quel giubbotto, e continua a non averlo tuttora. L'avevo pagato 120.000 lire, a suo tempo, quattro o cinque anni fa. Ma ritornare a casa senza era il massimo: chi li avrebbe digeriti gli urli di mia madre, cosa le avrei spiegato "Mà,ho perso il giubbotto", mica è uno spillo, che cade e non si ritrova, avrei passato nottatacce, ed è un periodo brutto per essere irritati, già ci pensano gli esami, a preoccuparti e a non farti dormire.
Così decisi di ritornare indietro, a Cassino, ancora una volta e poi ancora per il successivo ritorno prendere l'autobus blu, farsi altre tre ore ballonzolato di qua è là dai curvoni dei vari paesini: Spigno, Ausonia, Pignataro. Decisi di tornare nonostante la stanchezza, la fame, il mal d'auto. Decisi di rifare un viaggio che avevo appena terminato anche se non ero certo di ritrovare l'indumento smarrito. Una decina di telefonate, tra cui anche quella a mia madre per avvertirla che sarei tornato tardi, scervellamenti vari per tentare di capire dove potevo averlo lasciato: "è un giubbotto nero Invicta, col marchio su entrambe le braccia" spiegai ad Elio, collega di facoltà, raccomandandogli di vedere dappertutto, in aula informatica, nell'aula adiacente, in portineria. Niente di niente. E intanto quel maledetto autobus ancora non partiva, ero ancora fermo al capolinea di Formia. Infine mi venne l'illuminazione: "Elio, vai a vedere in laboratorio, per favore". Era il posto dove avevo passato più ore, nella mattinata appena trascorsa, doveva per forza essere lì. Troppo tardi. "Sono fuori dall'università, ho l'autobus tra due minuti, mi dispiace", mi risponde.
Se mi fosse venuto in mente prima, mi sarei risparmiato un altro viaggio a Cassino.
Ma si, non fa niente, partiamo. Tre o quattro persone, un autista mezzo addormentato che alla mia domanda "va a Cassino?" non mi risponde nemmeno, fuori sempre più buio. Sono le quattro e quaranta del pomeriggio. Alle cinque e quaranta sono a Cassino; non faceva molto freddo, ma comunque ero un po' intirizzito, solo una felpa, il giubbotto non ce l'avevo.dov'era? Me l'avevano rubato? Mi dirigo subito in portineria, l'inserviente alla mia domanda alza le spalle: la mia ultima speranza era il laboratorio. Sì, era proprio lì, nessuno l'aveva toccato e forse nemmeno visto, appoggiato com'era alla bell'e meglio su un cartone sotto al tavolo di lavoro. Una spolverata, e ce l'avevo indosso. Quasi un premio per la sfacchinata che avevo dovuto sorbire. Guardo l'orologio, sono le sei meno dieci: il prossimo autobus, per fortuna diretto, c'era solo alle sette meno un quarto. Un'ora di cazzeggio, un tè, una fiesta, uno sguardo alla mostra sulle malattie veneree che avevano messo nel nuovo edificio, e via al capolinea. L'odissea era finita. Il mio giubbotto era di nuovo al suo posto, appeso all'attaccapanni all'ingresso. Stanco ma felice. Che belle le storie a lieto fine, ragazzi..


25.11.02  
weblog aziendali
Non solo per uso personale, i weblogs del prossimo futuro avranno una grande utilità per le aziende. È quanto si prospetta nell'articolo pubblicato dal Corriere della Sera di oggi dal titolo "Con i weblog l'azienda ha una marcia in più". Facili da aggiornare, si prestano a ottimi contenitori per "notizie, aggiornamenti, curiosità e naturalmente, tengono monitorati i commenti che arrivano dai clienti. A lanciare il blog in questa nuova dimensione è la Harley Davidson, naturalmente in America, patria dei famosi "diari on - line".
C'è chi dice che i Weblog fanno perdere tempo, rappresentano un diversivo potenzialmente interessante se non hai un gran che da fare, ma non una efficiente e sicura fonte di informazioni. Ma c'è chi, come Paolo Valdemarin, amministratore delegato della società di consulenza Evectors, pensa che i weblog possono diventare strumenti utilissimi, soprattutto per sincronizzare il lavoro di un team virtuale. Basti quest'esempio: all'interno di una squadra di lavoro un collega invia un documento in formato Word ad altri cinque colleghi . Ognuno comincia a lavorarci su, così che nel giro di breve tempo esistono cinque diverse versioni di quel primo documento. Se invece quel paper fosse inserito in un weblog, i cinque colleghi avrebbero potuto apportare i loro commenti sfruttando l'ordine cronologico di comparsa degli appunti.[.] si riesce a creare un proprio archivio personale e condiviso di informazioni utili ma soprattutto si risolve uno dei problemi più sentiti dai professionisti: si evita di ricevere tonnellate di mail che magari contengono informazioni utili ma che poi non si sa come archiviare e quindi vanno perse nel mare delle altre..
E c'è un'azienda italiana , la Pharmacia Italia che, per adesso a livello di Intranet, sfrutta l'utilità dei Weblog.
E chissà se in un futuro più o meno vicino, avrò l'onore e il piacere di linkare (e magari, essere linkato, ma qui non ci scommetterei un soldo bucato) qualche blog aziendale.


24.11.02  
Ritorno dopo vari giorni a scrivere qualcosa su questo blog, un po' demoralizzato per il fatto che gli accessi sul sito sono diminuiti di una percentuale impressionante, dai 200 accessi fissi ogni giorno di settembre sono adesso a quota 10, se tutto va bene.
Impegnato per gli esami (appelli fantasma ancora tuttoggi per teoria dei fenomeni aleatori, da domani si apre la lunga finestra degli esami e si chiuderà verso la quindicina di gennaio) sto trascurando il mio impegno di aggiornare il sito; intanto annuncio che mi è arrivato il secondo assegno di 30 euro, sempre dalla stessa società che mi ha dato il primo, se avete un sito potete iscrivervi cliccando qui. Nei prossimi giorni inserirò anche una sezione dedicata ai giochi, è un po' complicato perché si tratta di file in linguaggio Java, ma sono abbastanza carini.
Mi sono anche iscritto su E - Bay, e sto acquistando qualcosina (mi sono aggiudicato una banconota fior di conio di Galileo a 4 euro, quando ne vale almeno 10, che fortuna. e poi il venditore è di Cassino, quindi ancora meglio, non pago nemmeno le spese di spedizione, vado io direttamente lì!!) e sto dalla mattina alla sera su una sedia, o davanti al computer, o con un libro davanti a studiare. Risultato: mi sto ingrassando come un porco, non mi riconosco più! Altro che la foto che ho messo sul sito, senza un filo di grasso. che bei tempi.
Altro da dire? Niente di niente, questo è tutto. See you later tomorrow!


20.11.02  
Auguri allo Zio Fester, Daniele A., 20 anni.

 
Ringrazio di cuore Vegeta per la quantità a dir poco industriale delle monete che mi ha regalato... per catalogarle e inserirle nella collezione mi ci vorrà qualche giorno!!!

19.11.02  
Poveri ingegneri: maltrattati, ritratti come petulanti, noiosi, asociali,altezzosi, maniaci della perfezione, quasi robot; dopo le barzellette che ne fanno la categoria più bistrattata dopo quella dei carabinieri, adesso gli sfottò finiscono anche via e - mail, in una sorta di catena di Sant'Antonio di cui è complice anche Ludik. Il testo integrale lo potete trovare, con il "test degli ingegneri" tra le migliori dal Web del mio sito, qui invece riporto la prima parte, in cui ritrovo fondi di verità:

Siccome sono un ingegnere rompo i coglioni

Siccome sono un ingegnere ho la flessibilità mentale di una parete di granito

Siccome sono un ingegnere io ho ragione e tu hai torto

Siccome sono un ingegnere le cose si possono fare in una maniera sola. La mia. È la sola giusta perchè io sono ingegnere. E se tu sei un altro ingegnere e la faresti in un altro modo vuol dire che ... già cosa vuol dire?? ma non importa perchè ... siccome sono un ingegnere non ho mai dubbi, non mi faccio mai domande, nemmeno quelle tecniche, perchè io, siccome sono un ingegnere, non ho più bisogno di studiare nulla

Siccome sono un ingegnere tutto quello che non è ingegneria è una cazzata (e permettetemi un intervento: è VERO!!!!)

Siccome sono un ingegnere io sono il migliore

Siccome sono un ingegnere tu devi fare le cose che ti dico io, quando lo dico io e soprattutto come lo dico io. Come, tu sei il capo ... oh cazzo!! Ma non importa, perchè tu non sei un ingegnere. Cosa vuol dire "licenziato"? Io sono laureato, anzi iscritto all'albo. La licenza media la ho presa tanti anni fa, anni di faticoso studio prima di diventare, finalmente, ingegnere, cosa che Lei non è. Cosa vuol dire "fuori dai coglioni????" Fuori di quanto? E in quanto tempo? E quanti sono i coglioni? Di che dimensione? Di che colore?...

Siccome sono un ingegnere la precisione è tutto (secondo intervento: devo fare un esame in cui si discute oralmente e con misure di laboratorio l'incertezza di misura, cioè la "precisione" della misura stessa. Per forza di cose.)

Siccome sono un ingegnere la fantasia... la fantachè?? è un aranciata?

Siccome sono un ingegnere , anche l'amore è solo un fatto tecnico. Anzi, spostati di 7.12 cm più a destra... Cosa dici, cara, mi lasci?? Ma è impossibile! Lasciare un ingegnere???

Siccome sono un ingegnere non ho più letto un libro in vita mia. Una volta che uno è ingegnere, cosa deve sapere di più??

Siccome sono un ingegnere il tubo della lavatrice lo riparo io

Siccome sono un ingegnere oggi sono troppo occupato per riparare il tubo della lavatrice

Siccome sono un ingegnere se la lavatrice dopo che la ho riparata io non funziona ancora, vuol dire che l'hanno progettata male. Sicuramente non era un ingegnere. Glu, glu, glu, glu...

Siccome sono un ingegnere, chiunque non lo sia è un idiota

Siccome sono un ingegnere, l'unica cosa che importa è "quanto costa?"

Siccome sono un ingegnere non mi chiedo mai perchè... anche perchè se me lo fossi chiesto, non sarei un ingegnere

Siccome sono un ingegnere non sono UN PIRLA

17.11.02  
Le avevamo in mano fino a poco tempo fa, nemmeno un anno fa le spendevamo tranquillamente senza accorgercene del loro valore numismatico. Adesso se le rivogliamo dobbiamo spendere un capitale in euro. Sono le vecchie lire, le banconote della valuta ormai entrata in pensione con l'arrivo dell'euro. Chi ne possiede ancora qualcuna, magari fior di stampa, cioè UNCircolated, mai entrate in circolazione, senza pieghe o macchie o altri difetti, sa che adesso valgono molto più di quanto c'è scritto sulla loro faccia.
Un esempio per tutti la banconota da cinquecentomila lire, quella con Raffaello per intenderci: i più l'hanno vista e maneggiata di sfuggita, una banconota che ha vissuto e circolato pochissimo. Se adesso ne avete una e volete cambiarla in banca, vi daranno poco più di 258 euro, e nemmeno, tenuto conto che il cambio non è più gratis.
Se invece la volete comprare da un negozio di numismatica fior di conio dovete sborsare minimo minimo 500 euro, quasi il doppio del loro valore.
E non si scherza nemmeno con altre banconote, che valgono minimo il doppio del loro valore nominale (una cinquemila vale 5 euro, una diecimila 10 euro, e così via), fino ad arrivare a casi di rarità eccezionali come la cinquantamila lire vecchio tipo (senza le strisce olografiche) con la seconda lettera "E" vale ora intorno alle 450 euro, fior di stampa. E il loro valore crescerà esponenzialmente col tempo.
Nella mia piccola collezione non ho pezzi importanti, nessun pezzo va oltre i 15 euro di valore, ma ho deciso di allargarla, comprando in qualche mercatino o su internet, come ho fatto l'anno scorso. E mi viene quasi un rimorso nel pensare che non ho approfittato della venuta dell'euro per mettere da parte almeno una banconota (fior di stampa) della nuova moneta: un pezzo da 5 euro vale 8 euro, uno da 10 vale 15.50, uno da 500 euro ne vale 700!!!!


14.11.02  
Eetciùùù!!
Mi sono beccato un maledetto raffreddore, accidenti.tra ieri e oggi avrò consumato una ventina di pacchetti di fazzoletti.etciùùù!!!


 
Come gli avevo promesso, linko il sito di Ubaldo, collega dell'università che ha conosciuto il mio sito tramite i fogli che appendo spesso in bacheca. E non mi dite che la pubblicità non funziona.

12.11.02  
Dopo che hanno rubato, si mettono le porte di ferro. Dopo il disastro di San Giuliano, nelle scuole di tutt'Italia si corre ai ripari, con controlli di esperti, dichiarazioni di agibilità, chiusure di classi o intere scuole "non sicure".
La situazione è seria, certamente, le strutture di molti istituti italiani sono fatiscenti: solo che ci si poteva pensare prima, anziché far degenerare il tutto in una fobia incontrollata e, in molti casi, esagerata.
E come ci si poteva aspettare dalla tragedia è nato un ottimo spunto per non andare a scuola, come se non fossero bastate le miriadi di scioperi che hanno costellato questa prima parte d'anno scolastico.
Ad approfittare sono loro, gli studenti: li ho ritrovati tutti in mezzo alla strada, i ragazzi della ragioneria che è di fronte la facoltà. Una scena che ho vissuto non so quante volte: i soliti tre o quattro che organizzavano scioperi e manifestazioni (alcune legittime, altre meno) e gli altri, la massa, indecisi sull'entrare o no, impazienti di attendere la notizia che un altro giorno di scuola è saltato.
Pamela delle 99 posse girl, rappresentante in un istituto professionale di Cassino, mi spiega l'accaduto: "non entriamo semplicemente perché non ci fidiamo dei controlli che ci sono stati, o meglio, che il Preside assicura ci siano stati, mentre che altri negano".
Uno sciopero ad oltranza, anche fino a Natale, una manna per gli svogliati dello studio.
Una fobia collettiva, una situazione che ricorda un po' quella della mucca pazza, se mi permettete il paragone: scoppia l'epidemia, tutti vegetariani. Qualche controllo, il tempo che passa, si ritorna a mangiare carne. Che sceneggiata.


10.11.02  
Passeggiata a Via Vitruvio, a Formia, si prende qualcosa al chioschetto di Piazza Vittoria, solite facce, le solite cesse troione con la minigonna anche se fuori ci sono quattro gradi, il gruppo degli ultras Forma mezzi ubriachi già alle undici di sera, con Sertale e gli altri soggettoni a cantare gli inni che animeranno la tifoseria degli "irriducibili vecchio stampo" che domani andranno in trasferta per seguire la loro squadra del cuore, insomma, il solito cazzeggio del sabato sera, ieri freddo come non mai. Accompagnato da Dauìd e da Italozz', andiamo a Gaetavecchia: Rendez Vous chiuso, Vic's bar chiuso, Cristian bar chiuso, non un'anima per la via. Che schifo!!!

8.11.02  
Finalmente il nuovo G A L L O I M M E N S O
Alla fine ce l'ho fatta. Eccolo qui!!!

7.11.02  
Ritorna Piazza Santa Teresa, una gioia per i pendolari
La notizia è di quelle che rallegrano, anche se non interesserà molti, se non i pendolari, i forzati dell'autobus.
La società Cotral, che gestisce il trasporto locale in molti paesi del sud pontino, ha comunicato che a partire dal 9 novembre verranno ripristinate le fermate in via XXIV maggio, piazza Marconi, via Appia zona Belvedere da ambo le parti, a Formia.
La soppressione di quelle fermate era stata decisa nemmeno un annetto fa: era stata una doccia fredda per tutte quelle persone che, come me e più di me, sugli autobus della Cotral avevano trascorso centinaia di ore della loro vita, pioggia o sole, per lavoro, per svago, per andare a far compere, con le palpebre ancora socchiuse per il sonno la mattina prima di andare a scuola, stipati come sardine nell'ora di punta all'uscita degli studenti da scuola, qualche volta senza biglietto per risparmiare, e un po' tremanti al pensiero che poteva passare il controllore, ma lo si prendeva lo stesso.
Ma quella notizia non andava proprio giù: si parla quasi ogni giorno di ecologia, di incentivare il trasporto pubblico, di lasciare la macchina a casa e prendere l'autobus e loro che fanno? Vanno a togliere delle fermate "vitali", quali quella di piazza Marconi, da tutti conosciuta come piazza Santa Teresa. Addio alle corse lungo Via Vitruvio per prendere l'autobus al volo, salire ansimanti sul mezzo e ringraziare, con voce quasi strozzata, l'autista che ci aveva aspettati. Addio al panino comprato in fretta al negozio a due metri dalla fermata, addio ad una fermata tra le più celebri di tutta Formia: con la fermata di Piazza Santa Teresa se ne andava un piccolissimo pezzo della vita di tutti noi gaetani e soprattutto formiani.
La decisione appare tutt'oggi senza senso: a che pro eliminare quella e le altre fermate? Per risparmiare tempo? Perché gli autisti con tutta quella gente non riuscivano a fare manovra bene? Assurdo, in confronto al disagio apportato, con i formiani costretti a prendere l'autobus solo alla stazione o in piazza Mattei, le uniche due fermate in pieno centro, troppo poche per una linea urbana.
Adesso finalmente ci si può anche non pensare più, tutto ritorna alla normalità. Ci hanno ridato Santa Teresa, ma a gioire, guarda un pò, sono anche gli atei.


Sto lavorando al sito, domani il trasferimento. Non vi dico ancora il nuovo indirizzo, anche perchè on - line non c'è nulla. Pazientate ancora un pò....


4.11.02  
Ci ha scosso.
Anzi, direi che il mondo ci è crollato in testa. Urla e polvere e poi tutto si è attutito e si è spento per un attimo. Ora però siamo qui a fluttuare, qui sopra di voi che ci piangete.
No, quelle sotto le macerie sono solo le nostre carcasse, noi siamo qui leggeri leggeri... Dai, voltatevi in su: "Dolcetto o scherzetto?" [Verbamanent]

Ventinove morti, ventisei bambini che hanno finito la loro breve esistenza sotto le macerie di una scuola: ecco l'orrore di San Giuliano che ci ha tanto afflitto in questi giorni.
Ho letto praticamente tutti i blog da me linkati nella colonna qui a sinistra, ma pochi hanno scritto qualche riga sulla tragedia. "Ma perché, cosa dovevano scrivere?" penso adesso, alla fine della mia ricerca dopo una lettura di decine di post per oltre un'ora, tra blogs aggiornati da poco e altri dimenticati da mesi.
Ma non riesco a trovare una risposta alla mia domanda:
Per le tragedie non ci sono parole e in questo periodo mi è capitato
più volte di stare dritta davanti alla tivù, impietrita, e di piangere
e singhiozzare forte, immobile. [Alice's blog]
.

Ma sì hai ragione, Alice. Per cose del genere è meglio stare in silenzio. Un silenzio di rispetto per quegli innocenti, e di rabbia verso chi vuole a tutti i costi propinarci i dettagli dell'orrore, ma non a titolo informativo, ma solo per uccidere una seconda volta quei bambini, nella spettacolarizzazione della vita e della morte tipico dei giornali e della tv.

Non mi interessa vedere i funerali, non mi interessa sentire il dolore della gente, perché se sono un essere umano, cazzo, il dolore lo provo sapendo la notizia, non vedendola.
26 bambini muoiono nel crollo di una scuola. That's all. Mi basta. Se ho una cazzo di coscienza, uno straccio di cuore, sto male già per quello. Tutto il resto sono seghe e le uniche seghe che sono sicuro che siano lecite sono quelle che ci si fa fisicamente.
Tutte le altre no, non mi interessano, non mi interessa la gara a chi si dimostra più addolorato, a chi fa vedere due secondi in più di funerali, una lacrima in più di dolore, una nuvola di polvere più grande, un'intervista più esclusiva che esclusiva non si può. Non me ne fotte un cazzo di questo baillame.
Lasciateli in pace.
Anche questo è un modo per aiutarli. Anche questo.
Il silenzio vale più di tutti i monumenti. [Heartland blog]


Ho trascurato un po' in questi ultimi giorni il blog, e mi dispiace. Spero di essere scusato, ho avuto da fare per mandare il più presto on-line la nuova versione del sito, senza più banner e pop - up che si aprono a ripetizione facendovi girare i nervi.
Ed è proprio questo il tema del nuovo sondaggio di novembre, qui a fianco: "quanto ti danno fastidio i pop - up, le finestrelle che ti compaiono sullo schermo durante la navigazione?". L'ultimo sondaggio, sulla guerra in Iraq, ha trovato d'accordo sulla strada delle armi il 57% dei votanti. Stanno davvero scomparendo i pacifisti?

Allenamento m. bike del 3 novembre 2002:
percorso: Gaeta (Serapo, Gaetavecchia) Formai centro - S.Janni e Gianola - Scauri e ritorno
difficoltà: medio - bassa;
distanza totale: 52.2 km;
velocità media: 19 km/h;
velocità massima : 50 km/h;
tempo totale: 2 h 45' ;
note: allenamento facile con Domenico Bisiani. Pioggia incessante nella strada di ritorno, da Scauri a Gaeta, arriviamo bagnati fradici.

Allenamento m. bike del 1 novembre 2002:
percorso: Gaeta - Formia (Vindicio) - Itri - salita della Madonna della Civita - Campodimele - Taverna (frazione di Campodimele) - confine con la provincia di Frosinone e ritorno
difficoltà: alta;
distanza totale: 82.2 km;
velocità media: 19 km/h;
velocità massima : 50 km/h;
tempo totale: 4 h 20' ;
note: maratona in bicicletta con Davide Iannella su un percorso difficile, sempre saliscendi, pochissimi tratti di pianura. Dura la salita di Campodimele, dove abbiamo incontrato Alfredo Zannella. Calvario sulla strada di ritorno per Davide, vittima di un indolenzimento al quadricipite sinistro.

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